Questa è la storia di una ossessione. Non è mai facile parlare di una ossessione e spesso non è nemmeno facile definirla, né tanto meno accorgersi della sua esistenza, soprattutto se l’ossessione è la propria. Esistono però dei casi di ossessione che sono paradigmatici, quando si vuole dimostrare come esse possano consumare e distruggere un’esistenza.
Donald Campbell era un eccentrico milionario appassionato di record di velocità: ne aveva accumulato più di uno negli anni ’50 e ’60, sia su strada che su acqua, e ben prima dello sbarco sulla Luna era diventato nel suo paese una specie di leggenda che aveva bisogno di perpetrarsi con record sempre migliori.
Il 4 gennaio 1967 Campbell decise di superare non solo il suo precedente record di velocità sull’acqua di 267 Mph, ma anche il limite dei 300 Mph (circa 500 Km/h) col suo bolide: il Bluebird K7, in verità più un missile che un motoscafo. Per l’evento scelse la superficie gelida di uno degli specchi d’acqua del Lake District, il lago di Coniston Water, ai confini tra Inghilterra e Scozia. La prova avrebbe dovuto svolgersi in due corse rettilinee di andata e ritorno, con un rifornimento nel mezzo fornito da una imbarcazione di supporto.
Purtroppo qualcosa andò storto nella corsa di ritorno, vuoi per una tragica fatalità dovuta ad un’increspatura imprevista della superficie d’acqua, vuoi per l’avventatezza di Campbell di non aver effettuato il rifornimento intermedio col risultato di alleggerire lo scafo: durante la corsa di ritorno il Bluebird invece di rimanere a pelo d’acqua, decollò, fece una giravolta a mezz’aria e finì per sfracellarsi sulla superficie del lago. Del Bluebird non rimase che qualche frammento, l’orsacchiotto portafortuna di Campbell e una chiazza di cherosene. La BBC trasmise la registrazione del disastro, oggi disponibile su YouTube come milioni di altri video, ma negli anni ’60 un evento del genere ebbe un risalto ben più ampio di quanto lo avrebbe avuto ora, sommerso come sarebbe stato da tanti altri.
I Marillion dedicarono il brano “Out of This World” alla vicenda di Donald Campbell e del suo Bluebird, nell’album “Afraid of Sunlight”, pubblicato nel 1995 per Emi Records.
Il gruppo veniva dal mezzo flop commerciale dell’album “Brave”, che aveva richiesto oltre due anni di produzione e per il quale erano state impiegate costosissime sessioni di registrazione in un castello della Normandia. L’album “Afraid of Sunlight” nacque a seguito di una specie di ultimatum della Emi Records affinché il gruppo riuscisse a bissare le vendite di “Misplaced Childhood”. A volte la necessità acuisce l’ingegno, e quello che venne fuori dalla necessità di un album di successo fu un gran bel disco, contenente brani eccellenti per qualità e intensità. Il brano che dà il titolo all’album ne è un esempio, ma “Out Of This World”, con la chitarra dell’intero che sembra immersa nell’acqua fredda del lago di Coniston e con i loop registrati delle comunicazioni originali tra Bluebird e personale di terra, rappresenta in tutta la sua intensità la tensione e le pressioni che il gruppo deve aver provato durante le registrazioni.
Questa, dicevo, è la storia di un’ossessione: quella di superare se stessi e gli altri, “arrivare dove nessuno è arrivato”, seguendo “una strada diversa dal gregge”. Tutto il dramma di questa rovinosa corsa verso la morte è racchiusa nella strofa finale, drammatica anche nella musica che la sottolinea, e che segue le registrazioni dei collegamenti radio tra Campbell e chi lo seguiva nelle sue follie proprio durante quella corsa mortale:
So we live you and I
Either side of the edge
And we run and we screamd
With the dilated stare
Of obsession and dreaming
What the hell do we want
Is it only to go
Where nobody has gone
A better way than the herd
Sing a different song
Till you're running the ledge
To the gasp from the crowd
Spinning round in your head
Everything that she said
Ma la storia dell’ossessione non finisce qui, anzi si rende in qualche modo ciclica: Bill Smith, vecchio fan dei Marillion e appassionato di immersioni subacquee, ascoltando il brano dei Marillion ebbe l’ispirazione per l’impresa di recuperare il Bluebird e i resti di Campbell, che nel 2001 riemersero dalle fredde acque di Coniston Water.
La storia tragica di Donald Campbell e del suo Bluebird non è del tutto sconosciuta anche in Italia, visto che anche il Corriere della Sera ha riportato la notizia del ritrovamento del Bluebird, ma in Inghilterra deve aver avuto un’enfasi ben più ampia, a giudicare dal fatto che ora si parla di una commemorazione ufficiale, con un restauro del Bluebird e una nuova corsa simbolica, anche se frenata dalle regole imposte dalle autorità locali sulla velocità delle imbarcazioni sul lago. Inoltre il ritrovamento del corpo di Campbell fu celebrato come fosse il ritorno delle spoglie di un eroe di guerra, con tanto di Union Jack sulla bara; fu anche prodotta una fiction per la TV inglese intitolata “Across The Lake”, sulla vita e le gesta di Donald Campbell, per l’occasione interpretato da Anthony Hopkins.
Il giorno in cui i resti del Bluebird riemersero dalle acque del lago di Coniston Water due dei Marillion (Steve Hogart e Steve Rothery, rispettivamente cantante e chitarrista) erano presenti, quasi a richiudere un cerchio che loro stessi avevano aperto con il loro brano riaccendendo in Bill Smith la passione per la storia di Donald Campbell e del Bluebird.
Una esibizione dal vivo di “Out Of This World”
La notizia dell’incidente al Bluebird data dalla BBC